Io sono Napoletano: la fortuna di essere napoletani

Aggiornato con il ♥ lunedì, 4 Maggio, 2020 da Ugo

Io sono napoletano! Sono nato a Napoli, ma ho avuto la fortuna di nascere nella città più bella del mondo, che mazz!

Si è proprio una questione di “mazzo” (o culo o deretano chiamatelo come preferite) perché la fortuna non ha occhi per tutti ed essere napoletani è un privilegio.

Inizio subito con qualche dato fuori dall’ordinario su Napoli e i napoletani, parlo di “primati” o discriminazioni da parte di ampia parte del resto d’Italia che ci rendono orgogliosi di essere partenopei.

Il primo dato di fatto è che siamo la città più odiata in Italia e il popolo più discriminato e denigrato dagli italiani (non tutti per fortuna). Per quale motivo Napoli e i napoletani sono oggetto di continue e “storiche” vessazioni? Secondo me alla base c’è una profonda e radicata ignoranza di gran parte del popolo italiano. Proprio così…

Tra le cose più assurde, storia recente, racconta che negli stadi di calcio italiani mentre il Covid-19 imperversava e metteva a dura prova la Lombardia, Napoli ed i napoletani venivano presi di mira e additati come “untori”. Fatto sta che in quei giorni al SUD non si registrava ancora nessun contagio mentre la pandemia scoppiava al Nord.

Mentre la risposta intelligente dei tifosi napoletani non si faceva attendere, evidenziando superiorità e un senso di civiltà che in gran parte d’Italia sono smarrite ormai da tempo.

Stadio San Paolo di Napoli.

L’ignoranza regna e dilaga purtroppo. Dati alla mano incontrovertibili ci dicono che gli italiani sono gli ultimi in europa nella classifica dei lettori e per libri acquistati (fonte AIE). Ma di che tipo di ignoranza parliamo e come la si può spiegare?

Secondo me gli “ignoranti italiani” si possono tranquillamente suddividere in 2 tipologie:

  • “atavici”;
  • per “diletto”.

I primi sono quelli che parlano di cose e fatti sempre pronti ad esprimere pensieri credendo di conoscere gli argomenti che trattano, ma non hanno nemmeno la premura di documentarsi preventivamente. Spesso sono ignoranti inconsapevoli, che vivono e crescono con l’ignoranza storica tramandata negli anni. E così nei secoli dei secoli, amen…

Poi ci sono gli ignoranti per “diletto” (o per difetto), quelli più pericolosi e diabolici: che “sanno”, ma fanno finta di non sapere perchè conviene così; oppure perché “costretti” a seguire e sostenere pregiudizi storicamente radicati.

Sono e resto napoletano perché NON mi sento ignorante ma “diversamente” italiano

Ma è solo ignoranza quella che c’è dietro i pregiudizi su Napoli e i napoletani? In gran parte si, ma c’è dell’altro…

Alla base del movimento di discriminazione verso i napoletani c’è anche l’invidia! Si, noi napoletani abbiamo la “sfortuna” storica di essere invidiati dai nostri stessi fratelli italiani.

Perchè?

L’ho anticipato prima, perché Napoli è la città più bella al mondo, lo pensano i napoletani e tanti nel mondo che hanno avuto la fortuna di vederla e ammirarla. Ma non è solo questo, non è solo una questione di posti e paesaggi mozzafiato.

Come celebrava Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, siamo nel 1727:

Se nessun napoletano vuole andarsene dalla sua città, se i poeti celebrano in grandiose iperboli l’incanto di questi siti, non si può fargliene carico, vi fossero anche due o tre Vesuvi nelle vicinanze. Qui non si riesce davvero a rimpiangere Roma; confrontata con questa grande apertura di cielo la capitale del mondo nella bassura del Tevere appare come un vecchio convento in posizione sfavorevole.

“Johann Wolfgang Goethe”

Anche Giacomo Leopardi resta piacevolmente affascinato da Napoli, siamo al 5 ottobre 1833 e questo è ciò che dice:

…la dolcezza del clima, la bellezza della città e l’indole amabile e benevola degli abitanti mi restano assai piacevoli.

“Giacomo Leopardi”

Quando l’Invidia si trasforma in Odio (ingiustificato) per Napoli e i napoletani

Perché e come può l’invidia trasformarsi in un sentimento come l’odio? Beh, c’è da considerare che per gran parte degli italiani non è piacevole sentirsi “dire” che Napoli, città del SUD, è una delle più belle al mondo.

Potrebbe essere comprensibile che sentirsi dire che il SUD e Napoli hanno quel quid in più, che agli occhi del mondo è qualcosa di eccezzionale, non sia tanto piacevole e apprezzato da tutti e talvolta fastidioso.

Ma perché? Molte persone, al nord in particolare, dovrebbero ricordare che Napoli è Italia e non appartiene solo ai napoletani e al Sud. Ma resta un patrimonio storico culturale di tutta Italia e del mondo.

C’è stata un’Unità d’Italia o no? Tutti conosciamo (o dovremmo conoscere) il prezzo che i popoli del Sud ed in particolare quello napoletano hanno dovuto pagare per arrivare all’unificazione della penisola italiana.

Sappiamo tutti che l’Unità d’Italia è stata una volontà esclusiva del Nord e che il Sud del Regno delle due Sicilie con Napoli capitale era una delle maggiori potenze in Europa? La storia documenta che prima dell’Unità d’italia, il Nord era economicamente in rovina e pieno di debiti. Questa è Storia!

Allora perché tanto odio verso Napoli ed i napoletani? Alla fine proprio grazie all’ignoranza di molti italiani noi napoletani continuiamo a non “sentire” di essere italiani. Al massimo ci sentiamo “diversamente italiani” e questo è un vanto, perchè ci dissociamo dal sentimento di odio sconsiderato “vomitato” immotivatamente ogni giorno.

Forse sarà per la camorra che in tanti ci dipingono come la “vergogna d’Italia”? Ma quanti di noi (italiani) sanno che la camorra è nata dopo l’Unità d’Italia?

“O briganti, o emigranti”: questo restava al popolo del Sud ed ai napoletani dopo essere stati depredati e violentati nel corso dell’unificazione della penisola italiana.

Quanti sanno che durante l’Unità d’Italia furono proprio i franco piemontesi, sotto il comando del generale Cialdini, a derubare Napoli e il SUD?

Oltretutto, oggi giorno, appare palese che, guardando i telegiornali, siano diventate più le volte che si parla di atti criminali dal centro Italia in su che da Napoli in giù: omicidi, femminicidi, pedofilia.

Per non parlare poi dei veri camorristi e mafiosi che sono al governo, la categoria peggiore, in giacca e cravatta e in ogni schieramento politico. Saranno tutti napoletani? Non credo.In più  l’alta finanza ormai è argomento del Nord Italia e non del Sud (da più di un centenario ormai).

: Salvini e i cori offensivi discriminatori contro i napoletani.”]

Quando Napoli e il Sud “erano” il Nord Italia di oggi

Io sono napoletano, a volte da “buon fratello” riesco anche a sentirmici italiano. Perchè da buon napoletano e persona civile, nonostante la storia, riesco ancora a dire: “scurdammece ‘o passat”.

E da buon fratello d’Italia voglio ricordare a tutti i fratelli d’Italia, “smemorati” o “ignoranti”, quello che era la città di Napoli e il SUD prima che un Nord con le “pezze al culo” decidesse che l’Italia andava unita.

: i primati di Napoli e del Regno delle due Sicilie.”]

Alcuni primati di Napoli e del Regno delle due Sicilie

Ma perchè l’odio resta così forte verso il SUD ed in particolare verso i napoletani? Oltre l’ignoranza sui fatti storici, quali sono i motivi (ingiustificati) alla base di questo sentimento? E perché continuano ancora oggi?

Per spiegarlo occorre fare riferimento a quello che rappresentavano il Regno delle due Sicilie e Napoli in Europa, prima dell’unità d’Italia.

Ecco alcuni dei primati e delle innovazioni del Regno delle due Sicilie che facevano di Napoli sotto i Borbone una grande capitale:

  • nel 1861 un censimento effettuato dal neonato Regno d’Italia dimostrò che il Regno delle due Sicilie era lo Stato preunitario più  industrializzato in assoluto, essendo infatti circa 1.600.000 gli addetti su circa 3.130.000 complessivi di abitanti per un totale del 51% di lavoratori industrializzati.
  • il Regno poteva vantare il maggior complesso industriale metalmeccanico d’Italia.
  • Napoli e Castellamare avevano a disposizione la maggior industria navalmeccanica d’Italia.
  • primo Codice Marittimo Italiano, il Codice De Jorio, redatto nel 1781.
  • il primissimo sistema pensionistico.
  • la più alta percentuale di medici.
  • il primo telegrafo elettrico d’Italia.
  • la prima ferrovia e prima stazione d’Italia, la Napoli – Portici, istituita nel 1839.
  • nel 1751 Carlo di Borbone, sovrano illuminato, fondò il primo Albergo dei poveri, dove vennero accolti 8.000 tra indigenti e diseredati debellando la piaga dell’accattonaggio, successivamente pure “donne perdute” e “giovani da rieducare”.
  • furono istituiti molti collegi militari ancora oggi attivi, tra cui la Nunziatella, una delle scuole di formazione militare più note ancora oggi.
  • uno dei più importanti teatri d’Europa: il Real Teatro di San Carlo, costruito in soli 270 giorni, il più antico teatro d’opera tutt’ora attivo in Europa.
  • quattro università e il maggior numero di studenti universitari, e il 55% dei libri pubblicati in Italia erano di case editrici napoletane.
  • l’Osservatorio Sismologico Vesuviano (primo al mondo), realizzato dal fisico Macedonio Melloni e sviluppato da Luigi Palmieri con annessa stazione meteorologica e Palermo divenne famosa per la presenza dell’astronomo Giuseppe Piazzi.
  • a carico dei meridionali c’era il peso fiscale più basso di tutta la penisola italiana, e il Regno delle due Sicilie era il primo Stato Italiano per ricchezza. La rendita statale era quotata nella Borsa di Parigi al 120%.

Il Regno delle Due Sicilie, perciò, riusciva a coniugare il benessere dello Stato con il benessere dei propri cittadini, il livello di vita era molto alto e comunque maggiore a quello dei cittadini degli altri Stati Preunitari.

Al contrario di quanto affermano i libri di storia contenenti le menzogne ufficiali, il Regno borbonico era tutt’altro che arretrato, tirannico, inefficiente, straniero: era soltanto fastidioso, perciò doveva cessare di esistere per divenire colonia interna, serbatoio di uomini e risorse a poco prezzo.

Io sono napoletano e “diversamente italiano”: amo il Vesuvio come tanti “fratelli in Italia”

Oltre che essere napoletano, che è un dato di fatto, mi sento partenopeo perchè amo il Vesuvio che a Napoli è considerato il “gigante buono”.

In Italia tutti, chi più chi meno, lo “amano”; c’è chi lo ama perchè parte della storia di Napoli e simbolo delle meraviglie paesaggistiche del Sud e chi falsamente lo venera con una “preghiera” implorando di “lavare” i napoletani con il fuoco.

Anche questo è amore? Chissà, magari per qualcuno si! L’amore ha sempre diverse forme di espressione e probabilmente sarò io a non avere la fortuna di averle conosciute tutte.

Vesuvio, uno dei simboli di Napoli più famosi ed “evocati” in Italia

L’amore dell’Italia per il Vesuvio non è quello di un napoletano o di chi ama Napoli ed i napoletani. Ma è un sentimento di odio (sempre lo stesso) spacciato per amore, questa è la verità tangibile.

Un odio che resta sempre ingiustificato perché Napoli è Italia o no? Se Napoli è Italia (ahimè lo è) molti italiani dovrebbero considerare che odiarla significa odiare l’Italia stessa.

A questo punto mi verrebbe da pensare che l’italiano non ama se stesso, per cui io mi sento come (quasi) tutti i napoletani: un diversamente italiano, amo e so amare.

Ma ritorniamo al dunque. Quando si “invoca” il Vesuvio oggi lo si fa con il classico “mantra”: “lavali con il fuoco”, piuttosto che l’ugualmente comune: “lavatevi con il sapone”. In pratica entrambi i mantra sono assurdi, senza logica e mostrano grande ignoranza (la solita) con una spiccata mancanza di intelligenza.

: stadio Firenze, Vesuvio lavali col fuoco.”]
Stadio di Bologna.

Ma è doveroso spiegare ulteriormente il perchè parlo di ignoranza di gran parte del resto d’Italia.

Chiunque può documentarsi e scoprire che i napoletani non hanno bisogno di imparare l’igiene o come lavarsi, perchè il sapone a Napoli si usa da secoli esiste dal 400.

In più, circa l’igiene, il primo riferimento scritto circa il bidè in Italia risale al 1726, quando la Regina di Napoli Maria Carolina d’Asburgo-Lorena volle un bidet nel suo bagno personale alla Reggia di Caserta.

Io sono napoletano ed uso il sapone che si chiama "Vesuvio".
La risposta sarcastica dei napoletani all’ormai celebre “lavali col fuoco”.

Fatte queste precisazioni ritorniamo “sul Vesuvio”. Una domanda nasce spontanea: sappiamo tutti in Italia cosa potrebbe significare se il Vesuvio dovesse eruttare ed interrompere la sua quiete? Probabilmente no.

Spesso si pensa che il Vesuvio sia una cosa che appartiene esclusivamente alla città Napoli. Effettivamente geograficamente (per fortuna di noi napoletani) è così e grazie al Vesuvio siamo famosi in tutto il mondo per quella meraviglia paesaggistica che è il Golfo di Napoli.

Ma se dovesse eruttare il Vesuvio non sarebbe solo un problema di Napoli e dei napoletani. Il Vesuvio fa parte di quel complesso di vulcani “visibili” del panorama vulcanologico italiano e strettamente collegato a quello più vasto e pericoloso dei Campi Flegrei.

Un’eruzione del Vesuvio potrebbe essere collegata o “presagire” ad un’attività più ampia del sistema vulcanico Flegreo. A questo punto il problema sarebbe di carattere nazionale e mondiale.

Infatti 39mila anni fa l’Ignimbrite Campana, generata dai Campi Flegrei o da un’area limitrofa, ebbe un impatto catastrofico su tutta l’Europa Occidentale e mutò profondamente il clima a livello globale.

Quindi per il bene di Napoli, dei napoletani e di tutta l’Italia sarebbe opportuno dedicarsi ad altro invece che evocare in modo stupido e poco intelligente il Vesuvio.

Io sono Napoletano tutte le volte che esprimo e sostengo la Napoletanità

Ma per essere un napoletano “D.O.C” bisogna per forza essere nati a Napoli? No di certo! Essere nati a Napoli significa avere avuto una grande fortuna nella vita, ma tutti possono “imparare” a sentirsi orgogliosamente napoletani.

La napoletanità è uno stato dell’anima e tutti possono ambire ad impararla, acquisirla, sostenerla: basta amare, conoscere e saper rispettare Napoli ed i napoletani.

Tutti hanno diritto, in Italia e nel mondo, di sentirsi napoletani. Napoli è di tutti coloro che la amano, accoglie tutti: figli vicini, lontani e tutti coloro che hanno bisogno dei suoi colori e del suo calore.

Napoletani si nasce, ma si può anche “diventare”, proprio come me che sono e mi sento napoletano tutte le volte che:

  • mi alzo la mattina e sento l’odore del caffè che solo a Napoli ha quel sapore unico: sarà l'”acqua”, sarà impressione. Ma un caffè come a Napoli non è sublime;
  • vedo il cielo azzurro che da serenità e speranza e che rappresenta la mia squadra del cuore;
  • per le strade di Napoli ho la fortuna di vedere e assaporare la vita, le sfumature della gente semplice, cordiale, rispettosa e dal cuore immenso. Stare per strada a Napoli significa socializzare, scherzare, vivere Napoli in modo completo in tutti i sensi;
  • l’odore del ragù la domenica invade i quartieri di Napoli a partire dalla mattina presto, che si preparano a quello che è il famoso interminabile prazo: si inizia alle 15 e si finisce alle 18. A pranzo si chiacchiera, si discute, si sta insieme, magari tra parenti, amici. Si vive;
  • ascolto i suoni, le parole, i modi di dire anche “colorati” che spesso strappano anche un sorriso. Perchè sorridere aiuta a vivere, perchè quando a sorridere sono i napoletani dietro c’è la sofferenza ma anche tanta speranza per un futuro migliore. Sorridere è affrontare la vita e darsi da fare, dare e darsi coraggio;
  • vedo la gente che si aiuta: anche chi ha poco o niente, quello che ha te lo offre. Perchè a Napoli ci si aiuta sempre e non importa se sei di Milano o Torino o qualsiasi altro posto del mondo: siamo tutti uguali. Come si dice a Napoli: dove mangiano due persone possono mangiare anche tre e così via;
  • quando mi accorgo che la gente combatte come può per un futuro migliore ed è consapevole che Napoli ha mille problemi, ma combatte la criminalità. Ma allo stesso tempo si è consapevoli che talvolta per sopravvivere si è costretti al “peggio”. Lo stato ci ha sempre “dimenticati” come popolo, la storia ce lo insegna;

Per tutti questi motivi io sono napoletano, fiero e orgoglioso di esserlo. Sono prima napoletano e poi anche italiano, perchè la storia di ieri e di oggi vogliono così.

La storia non si cancella, ma il passato si può superare è vero. Ma da essere umani anche noi napoletani abbiamo bisogno di essere aiutati talvolta. Abbiamo bisogno di essere aiutati a “dimenticare”, abbiamo bisogno di quell’amore e di quel rispetto che ci è stato sottratto e continua ad esserci negato.

Solo allora continueremo ad essere napoletani sempre, ma a sentirci davvero parte dell’Italia e non “diversamente italiani”. Solo così potremmo riuscire a non fischiare un inno nazionale durante una partita di calcio o a tifare Italia invece che Argentina come ai mondiali del 90.

Bisogna che tutti riescano a pensare davvero ad un’Italia unita, ammettendo le colpe storiche e senza occultare quelle pagine scandalose di storia che l’Unità d’Italia ha scritto. Basta poco, sarebbe sufficiente iniziare a pensare a quella che è la realtà attuale da tempo: Napoli è Italia.

La speranza che possa essere così un giorno, fattivamente, resta ben salda in tutti i napoletani. In caso contrario non c’è problema, restiamo sempre prima napoletani comunque perché l’identità e le radici non si cancellano.

Per noi sentirsi anche italiani attualmente (politicamente, economicamente e geograficamente) non fa differenza, nun ce tras nient int ‘a sacc! Continueremo a vivere (perchè o napulitan se fa sicc ma nun mor) come sempre e godere dell’invidia altrui e ad essere indignati per le discriminazioni. Ma sempre con il sorriso!

Lo stesso sorriso che ci caratterizza e con il quale da una vita intera rispondiamo a chi ci denigra e ci deride all’insegna della totale ignoranza storica, civile, geografica e politica. Quel sorriso che alla fine significa prendere in giro chi crede, da ignorante, di prendere in giro tutto il SUD e il popolo napoletano.

Alla fine dei conti resta un dato di fatto: i napoletani, così come la gente del sud, sono ovunque e fanno le fortune del Nord ancora oggi. Meditate gente… e sappiate elevare le vostre coscienze.

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Ugo

Ciao sono Ugo, blogger per diletto con la passione per Wordpress e la creazione di Siti web/Blog. Amo Napoli e, da napoletano e partenopeo d.o.c, volevo rendere omaggio alla mia città con un Blog. Perché un Blog su Napoli? Perché ci sono nato e cresciuto, ma da molti anni non ci vivo: mi manca. Perché tutti, napoletani e non, hanno il diritto di conoscere Napoli: la sua storia, le bugie storiche, la cultura, il folklore. Perché tutti hanno il diritto di avere la possibilità di imparare ad amarla...

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