Leggenda del Monaciello, origini e la storia del fantasma di Napoli

Aggiornato con il ♥ martedì, 22 Giugno, 2021 da Ugo

La leggenda del munaciello a Napoli la conoscono tutti, chi più chi meno, ma nel resto del mondo forse ne hanno solo sentito parlare.

Chi è il “munaciello”?

Secondo leggenda, il munaciello (o monaciello) rappresenta la figura del fantasma a Napoli: è uno spiritello leggendario del folclore napoletano così come dice wikipedia.

Il munaciello (“piccolo monaco” in napoletano) è un vecchio fanciullo e chiamato così per il suo aspetto da monaco visto il saio che indossa nelle sue ipotetiche apparizioni. Insieme al monaciello c’è un’altra figura esoterica napoletana a fare da antagonista: la bella ‘mbriana.

Ancora oggi i Munacielli vengono considerati veri e propri spiriti: o meglio spiritelli della casa dei napoletani!

Essi non disdegnano visite ai vecchi palazzi e alle rovine di abbazie e monasteri. Oltre che alla zona fra Vicaria e Porto, mi riferisco per esempio a Villa Gallo, o alla Torre di Montalto di Marina del Cantone (dove si dice risiedano). Ma ogni quartiere di Napoli e dintorni ha i suoi focolari, le sue storie, le sue dicerie. Ne potete trovare a dozzine.

Il munaciello si presenta: manifestandosi con simpatia, lasciando soldi dentro giacche e cassetti oppure facendo scherzetti che poi possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto sulla “Smorfia” napoletana.


Leggenda del Munaciello di Napoli: da “Leggende napoletane” di Matilde Serao

Secondo alcuni, ‘o munaciello, sarebbe realmente esistito nel periodo in cui a Napoli regnavano gli Aragonesi nel 1445 circa.

Leggenda del Munaciello secondo l'opera di Matilde Serao: "Leggende napoletane".Come ci racconta Matilde Serao in “Leggende napoletane” (1881), le origini del munaciello risalgono all’epoca in cui ci sarebbe stata una storia d’amore tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante di stoffe, e Stefano Mariconda, un povero garzone.

I due si incontravano di nascosto la notte, per non farsi scoprire dalla famiglia della ragazza. Il giovane raggiungeva la casa di Caterina percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti di Napoli.

Una notte, però, fu lanciato nel vuoto e morì. Caterinella fu rinchiusa subito in un convento, dove diede alla luce il bimbo frutto di quella relazione clandestina.

Il piccolo nacque però deforme e la madre cominciò a vestirlo con un saio col cappuccio, come quello che indossano i frati domenicani. Veniva deriso per le vie del quartiere Porto e tutti cominciarono a chiamarlo “lu munaciello”.

Morì poi misteriosamente, anche se poco dopo ossa di nano furono rinvenute in una cloaca e molti avanzarono l’ipotesi che potesse essere stato ucciso dai Frezza. Il popolo napoletano, tuttavia, secondo leggenda continuò a vederlo per le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi sfavorevoli che si verificavano.

Di seguito ecco come descrisse Matilde Serao il piccolo “munaciello” nato deforme:

(…) Un’anima ignota, grande e sofferente in un corpo bizzarramente piccolo, in un abito stranamente piccolo, in un abito stranamente
simbolico; un’anima umana, dolente e rabbiosa; un’anima che ha un pianto e fa piangere; che ha sorriso e fa sorridere; un bimbo che gli uomini hanno torturato ed ucciso come un uomo; un folletto che tormenta gli uomini come un bambino capriccioso, e li carezza, e li consola come un bambino ingenuo ed innocente.
(Da Leggende Napoletane di Matilde Serao)


La leggenda del Munaciello di Napoli sotterranea

Tra le leggende napoletane, c’è un’altra leggenda sulle origini di ‘O Munaciello. Parliamo degli antichi «pozzari», professionisti che si occupavano delle cisterne sotterranee.

Per chi non lo sapesse, infatti, c’è una Napoli sotterranea attraversata da più di un milione di metri quadrati di cunicoli sepolti, scavati a più riprese durante la sua storia e utilizzati nei modi più disparati.

Rappresentazione della leggenda del 'O Munaciello a Napoli sotterranea.
‘O Munaciello a Napoli sotterranea.

Dalle case sotterranee delle popolazioni antiche alle cave e gli ipogei funerari dei Greci, agli acquedotti dei Romani (ben 400 km), ai depositi di veicoli, le vie di fuga, i rifugi antiaerei eccetera.

Ebbene, i pozzari si aggiravano nel sottosuolo armati di lucerne a olio, mantelline da lavoro ed elmetti protettivi. Erano tozzi, piccoli: simili a dei fraticelli che, per risalire o discendere, utilizzavano delle nicchie scavate sulle pareti delle cisterne adibite proprio a questo scopo.

Dai pozzi (situati per altro nei cortili delle ville) alle case la via è breve, soprattutto se i committenti non pagavano i servizi o, in alternativa, custodivano mogli o figliole focose.

Va ricordato che certi cunicoli sbucano ancor oggi nelle abitazioni del Centro storico. L’eventualità che i gestori della rete idrica potessero intrufolarsi è estremamente plausibile. Per di più, certi pozzi erano profondi anche 30 metri e i pozzari dovevano fare una grande fatica per scendere e salire. Perciò, non era raro che li si «sgamasse» a sgraffignare cibo oltre che valori.

I pozzari rubavano e donavano alle loro nuove amanti, da cui la doppia indole. Del resto, i loro servigi erano di certa utilità.

Resta, tuttavia, una natura squisitamente diabolica e del tutto estranea ai tratti succitati. Mi riferisco a certi Munacielli che, adescando gli ignari con favori e ricchezze, chiederebbero l’anima dei malcapitati in cambio.

Ricordo, comunque, che Napoli è la città più infestata d’Italia. Le apparizioni di presunti fantasmi sono tantissime: fantasmi innamorati, fantasmi stregoni, fantasmi marinai, fantasmi soldati.


[VIDEO] Riassunto sulla Leggenda del Munaciello

Ecco un video riassunto della leggenda del Munaciello tratto da youtube:


‘O munaciello, lo spirito della casa nella commedia napoletana di Eduardo de Filippo

La figura di questo spirito della casa tipicamente napoletano è stato il protagonista di una serie di opere teatrali e cinematografiche. La più famosa è senza dubbio “Questi fantasmi!”, commedia di Eduardo De Filippo, in cui l’amante della moglie del protagonista è rappresentato proprio come un munaciello.


Dove si manifesterebbe ‘O Munaciello a Napoli

Secondo le credenze popolari, il Munaciello infesterebbe ancora oggi alcune zone di Napoli. In poche parole, si manifesterebbe nelle seguenti zone:

  • Sant’Eframo Vecchio: cuore del centro storico napoletano, nei pressi di piazza Carlo III. Qui un munaciello sarebbe stato avvistato in una casa secondo testimonianza del capo-reparto dell’acquedotto di Napoli;
  • Piazza Garibaldi: secondo la leggenda, nei pressi della stazione centrale di piazza Garibaldi viveva tempo fa una vedova con i figli. Vivendo in povertà, fu aiutata da un munaciello a superare le difficoltà. Lo spiritello nascondeva il denaro negli angoli più impensabili della sua casa. Il fratello, venuto a conoscenza del fatto, si giocò al lotto i numeri 14 (i soldi), 15 (la meraviglia) e 1 (il fantasma). Centrò un terno alla ruota di Napoli e con il ricavato della vincita acquistò un fabbricato ubicato su corso Umberto I, attualmente adibito ad albergo;
  • Centro storico: è quasi interamente abitato dai munacielli. Secondo la tradizione, come ricorda anche Matilde Serao nel suo libro “Il ventre di Napoli”, pare che a via dei Tribunali sia presente una casa abitata da un munaciello piuttosto irascibile. L’abitazione, molto temuta dai cittadini del luogo, fu presa in affitto da uno studente di filosofia per pochi soldi. Questi in un primo momento pensò di essere vittima di un brutto sogno, ma dopo aver visto lo spirito e non avendone rivelato a nessuno la presenza, divenne grazie al suo aiuto ricco e famoso;
  • Castellammare di Stabia: in provincia di Napoli, tra il Vesuvio e la Costiera sorrentina. Proprio qui, narra la tradizione, approfittando del calare della luce, spesso appariva il munaciello che infastidiva con calci e percosse il malcapitato di turno.

 

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Ugo

Ciao sono Ugo, blogger per diletto con la passione per Wordpress e la creazione di Siti web/Blog. Amo Napoli e, da napoletano e partenopeo d.o.c, volevo rendere omaggio alla mia città con un Blog. Perché un Blog su Napoli? Perché ci sono nato e cresciuto, ma da molti anni non ci vivo: mi manca. Perché tutti, napoletani e non, hanno il diritto di conoscere Napoli: la sua storia, le bugie storiche, la cultura, il folklore. Perché tutti hanno il diritto di avere la possibilità di imparare ad amarla...

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