Campi Flegrei: origini e storia del supervulcano

Aggiornato con il ♥ lunedì, 21 Giugno, 2021 da Ugo

Conosci i Campi Flegrei? Parlando di vulcani in Italia, tra i più pericolosi al mondo, a Napoli c’è sicuramente il Vesuvio.

Ma non tutti sanno che a Napoli c’è anche una vasta area vulcanica strettamente collegata al Vesuvio, chiamata Campi Flegrei.

Cosa sono i Campi Flegrei?

Quando si parla di Campi Flegrei, non parliamo di un solo edificio vulcanico come il cratere del Vesuvio; bensì di un’enorme caldera vulcanica dal diametro di circa 15 chilometri situata nel golfo di Napoli, ovvero di un supervulcano.

Cosa sono i campi flegrei e come si sono formati.
Area dei Campi Flegrei (la Caldera) – Fonte INGV –

L’area flegrea è nota sin dall’antichità per la sua vivace attività vulcanica che interessa, in particolar modo, i comuni di: Napoli, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania, Bacoli e Monte di Procida.

I Campi Flegrei appartengono alla tipologia dei vulcani potassici, rari ma molto pericolosi e noti per aver prodotto alcune tra le eruzioni vulcaniche più violente della storia.

Altri vulcani del tipo di quelli flegrei, da ricordare per la loro pericolosità, sono: il temutissimo Yellowstone (USA), il Tambora (Indonesia), il Krakatoa (Indonesia) e le caldere sommerse dell’isola di Santorini (Grecia).

Tipologia del super vulcano flegreo

Come tutti i vulcani potassici, anche quelli flegrei hanno la “tendenza” a eruttare in maniera talmente catastrofica da produrre una caldera vulcanica.

In realtà nell’area dei Campi Flegrei è possibile distinguere ben 2 caldere vulcaniche nidificate ovvero dove la più recente è situata all’interno di quella più antica.

L'area vulcanica dei campi flegrei, la zona dei vulcani.

Come si sono formati i Campi Flegrei?

Le due caldere si sono originate a seguito di eruzioni vulcaniche avvenute rispettivamente 39.000 anni e 15.000 anni fa.

Ciclicamente, tra episodi eruttivi di diversa intensità, può verificarsi un’eruzione principale nel corso della quale una grande emissione di magma svuota la camera magmatica.

Tale svuotamento provoca il collasso della crosta sovrastante e quindi causa la formazione di un enorme cratere (cioè la caldera). Nella fase post-collasso progressivamente la camera magmatica si ricarica di magma.

Campi Flegrei, origine e mito

L’etimologia dei Campi Flegrei risale al greco e deriva dal termine “phlègra” che significa “ardente, che brucia”.

Nome che sarebbe quindi inteso come: “Campi ardenti”, a causa della natura sismica ed eruttiva di questi luoghi che ne modifica l’aspetto nel tempo.

Il mito e la leggenda

Leggenda e mito dei Campi Flegrei risalgono al periodo delle prime colonizzazioni greche, dalle quali provengono alcune testimonianze “mitiche”.

A causa della natura vulcanica, si pensava che i Campi Flegrei fossero stati il luogo in cui si verificarono alcune battaglie mitiche tra Dei e Giganti. Tali scontri avrebbero modificato quei luoghi e dato origine a solfatare, pozze che ribollivano e grandi eruzioni.

A confermare questa tesi, come scriveva lo scrittore romano Eschilo, è anche lo storico Starbone che diceva:

Un tempo questa terra (Cuma) era prospera, come la piana chiamata Campi Flegrei dove si colloca il mito dei Giganti, non per altro, ma per il fatto che a suscitare lotte e antagonismi (con gli Dei) fosse la feracità (fertilità) di questa terra.

Storia e origine geologica

La storia geologica dei Campi Flegrei è suddivisa in tre periodi:

  • Primo periodo flegreo: che risale tra i 42.000 e 35.000 anni fa, dove l’area flegrea presenta un luogo caratterizzato da banchi di piperno e tufi grigi come si può notare nella collina dei Camaldoli e nel monte di Cuma. A questo periodo risale l’ignimbrite campana, eruttata 39.000 anni fa da una fessura vicino al margine tirrenico dei Campi Flegrei: si estende sull’intera provincia di Napoli e su parte di quelle di Caserta, Avellino e Salerno.
  • Secondo periodo flegreo: risale fra i 35.000 e 15.000 anni fa, periodo in cui ci fu la maggiore eruzione della storia caratterizzata dall’esteso deposito di tufo giallo napoletano che ricopre l’intera piana campana. Circa 15.000 anni fa si verificò un altro evento vulcanico catastrofico, quando nei vulcani si formò una grande quantità di pomice e ceneri dovute alla frammentazione di 40 km di magma.
  • Terzo periodo flegreo: dagli 8000 ai 500 anni fa, caratterizzato dalla pozzolana bianca che formano attualmente la maggior parte dei vulcani dei Campi Flegrei. A questo periodo risale l’ultima eruzione, quella del Monte Nuovo (1538) verificatasi dopo un periodo di quescienza di circa 3.000 anni.

Campi Flegrei: storia eruttiva

I Campi Flegrei sono un sistema vulcanico la cui attività è cominciata più di 60.000 anni fa.

Durante l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, sono state generate correnti piroclastiche che hanno sepolto i due terzi della Campania sotto una spessa coltre di tufi.

A seguito di tale eruzione, i Campi Flegrei e una parte dell’area oggi occupata dalla città di Napoli, sono sprofondati, generando una caldera che fu invasa dal mare.

Nei millenni a seguire l’attività vulcanica si è concentrata nell’area all’interno della caldera, formando centri eruttivi e nuova terra emersa.

L’eruzione del Tufo Giallo Napoletano ha devastato un’area di circa 1.000 chilometri quadrati e ha causato lo sprofondamento di una caldera più piccola, contenuta all’interno della prima.

Negli ultimi 10.000 anni, la parte centrale di questa caldera si è sollevata di circa 90 m, per effetto di un fenomeno di risorgenza che ha condizionato l’attività vulcanica successiva.

Questa è proseguita all’interno della caldera con più di 60 eruzioni, prevalentemente esplosive, concentrate in tre Epoche di intensa attività, separate da lunghi periodi di quiescenza.

L’ultima eruzione nel 1538, dopo un periodo di stasi durato più di 3.000 anni, e ha generato il cono di tufo del Monte Nuovo.

L’eruzione è stata preceduta da importanti fenomeni precursori (sismicità, sollevamenti del suolo nell’area del cratere in formazione, degassamento). Eruzione durata una settimana, dominata da esplosioni freatomagmatiche, con generazione di correnti piroclastiche e depositi da caduta.

I Campi Flegrei oggi: lo stato attuale e il bradisismo

I Campi Flergrei si stanno risvegliando, questo è l’allarme lanciato dagli scienziati circa un’eruzione imminente. L’aerea vulcanica flegrea situata nel golfo di Pozzuoli, nell’ultimo periodo ha mostrato i segni di un possibile risveglio.

Campi Flegrei e bradisismo a Pozzuoli (Napoli).
Bradisismo a Pozzuoli.

Per la prima volta dopo 500 anni la pressione è arrivata ad un livello critico in grado di provocare un’eruzione vulcanica.

Secondo gli scienziati, i gas che vengono rilasciati dal magma hanno raggiunto un livello di pressione critico tale da risvegliare il “supervulcano”.

In caso di un’erzuzione dei Campi flegrei cosa succederebbe?

Potrebbe essere una vera catastrofe senza dubbio. Ma non si sa con precisione cosa potrebbe succedere in caso di eruzione.

Non tutti sanno o ricordano che già negli anni ’80 si temette il peggio, quando gli sciami sismici arrivarono a toccare le 500 scosse di terremoto al giorno. Chiari sintomi di un’eruzione imminente!

Senza contare poi gli eventi sismici di magnitudo superiore al 3.5 e persino al 4.0 che risultarono altamente lesivi per gli edifici circostanti.

L’eruzione per fortuna non ci fu, il sollevamento del suolo che nei due anni della crisi raggiunse quasi i 2 metri si arrestò nel 1985.

Ma secondo la comunità scientifica una eventuale eruzione dei Campi Flegrei potrebbe essere di proporzioni catasrtrofiche!

Infatti non coinvolgerebbe solo Napoli o la Campania, ma tutta l’Italia e persino l’intero pianeta causando un mutamento climatico globale a casua delle grandi emissioni di cenere vulcanica.

E’ stato stimato che la probabilità che il vulcano flegreo erutti nei prossimi 100 anni è dell’1%. Una probabilità che rapportata al grado di pericolosità diventa elevatissima.

Quello che molti ignorano è che il Vesuvio, rispetto ai Campi Flegrei, rappresenta il pericolo minore da fronteggiare nel caso di una nuova eruzione.

Il Vesuvio, di cui si dice sia strettamente collegato con i Campi Flegrei, è solo il più comune e conosciuto dei vulcani più pericolisi in Itaia e nel mondo!

Il bradisimo

Oggi l’area flegrea è sede di intensa attività fumarolica (La Solfatara, Pisciarelli), di attività sismica e del bradisismo.

Si tratta di un fenomeno, il bradisimo, che si presenta con il periodico lento sollevamento e abbassamento del suolo.

Gli episodi più recenti di sollevamento sono stati quelli del 1969-72 e del 1982-84. Proprio in quegli anni molti abitanti dell’area, soprattutto quelli del centro storico di Pozzuoli, furono costretti ad abbandonare le proprie case.

Dal 2005 a oggi è di nuovo in atto un lento sollevamento del suolo che al momento (2018) ha raggiunto i 45 cm.

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Ugo

Ciao sono Ugo, blogger per diletto con la passione per Wordpress e la creazione di Siti web/Blog. Amo Napoli e, da napoletano e partenopeo d.o.c, volevo rendere omaggio alla mia città con un Blog. Perché un Blog su Napoli? Perché ci sono nato e cresciuto, ma da molti anni non ci vivo: mi manca. Perché tutti, napoletani e non, hanno il diritto di conoscere Napoli: la sua storia, le bugie storiche, la cultura, il folklore. Perché tutti hanno il diritto di avere la possibilità di imparare ad amarla...

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