Storia del Caffè napoletano: le origini e il rito a Napoli

Aggiornato con il ♥ lunedì, 26 Ottobre, 2020 da Ugo

La storia del caffè napoletano è recente e ci racconta che la bevanda arriva in città abbastanza tardi rispetto al resto d’Europa: se i primi chicchi arrivano in Italia a partire dal 1600, il caffè a Napoli arriva solo nel 1614.

Quali sono le origini del caffè napoletano?

Andiamo a scoprire tutti i particolari: come arriva il caffè a Napoli, cosa significa bere caffè per i napoletani e i segreti del caffè alla napoletana.

Storia delle Origini del Caffè napoletano

Le origini risalgono al 1614 quando Pietro della Valle, un musicologo romano, decide di abbandonare Roma per pene amorose e di stabilirsi nella città partenopea. Da qui si mette in viaggio verso la Terra Santa: da questo viaggio ha origine la storia del caffè a Napoli.

Pietro della Valle, spinto dalla conoscenza di una donna, resta in Terra Santa per ben 12 anni rimanendo in contatto epistolare con alcuni dei suoi amici napoletani tra cui Mario Schipano.

In una delle sue 56 lettere, il della Valle, racconta di una bevanda detta “khave”: un liquido profumato che veniva fuori da bricchi posti sul fuoco, versato in piccole scodelle di porcellana e bevuto dopo pranzo.

A partire da questo episodio, viene introdotto e fatto conoscere il caffè a Napoli. Ma questa non è l’unica versione storica esistente.

C’è chi attribuisce all’arrivo del caffè a Napoli una storia diversa e antecedente al viaggio di Pietro della Valle.

Alcuni sostengono che la bevanda sia arrivata clandestinamente all’Università di medicina di Salerno e prima del viaggio di Pietro della Valle.

Altri pensano che il caffè in Campania fosse presente già a partire dal 1450 quando regnavano gli Aragonesi.

Le Origini del Caffè Napoletano

Caffettiere ambulante a Napoli.Ma a prescindere quale di queste sia la versione più veritiera dell’origine del caffè napoletano, questa bevanda è apprezzata a Napoli solo agli inizi dell’800 con la comparsa dei primi caffettieri ambulanti.

Il caffè entra nella tradizione napoletana proprio grazie ai caffettieri, ormai scomparsi, che percorrevano la città di Napoli con i loro recipienti di caffè, latte, tazze e zucchero.

Da questo momennto il caffè diventa un momento di aggregazione, un rito della tradizione napoletana che significa fare amicizia e regalarsi un momento di spensieratezza.

La storia del caffè napoletano prosegue nelle abitudini delle case dei napoletani: con la caffettiera napoletana (cuccumella) fino ai migliori caffè di Napoli.

Il primo caffè a Napoli prima di diventare bevanda del popolo

Il caffè a Napoli, prima di arrivare al popolo, si diffonde nei salotti buoni grazie a Maria Carolina d’Asburgo che sposò re Ferdinando IV di Borbone nel 1768.

Fu lei ad introdurre a corte l’uso del caffè, sfatando antichi tabù secondo i quali si credeva che la bevanda “portasse male” per il suo colore nero. Inoltre il caffè era definito dalla chiesa come “la bevanda del diavolo”, per cui inizialmente non si diffuse.

Si racconta che nel 1771, nella Reggia di Caserta, fu organizzato un ballo dove il caffè viene servito da quelli che, probabilmente, furono i primi baristi, vestiti con giubba e cappellino bianco: nacque il primo Caffè del Regno di Napoli.

Il Rito del Caffè per i napoletani

Nel 1900 si inizia ad usare la “macchina per espresso” per fare il caffè, che era molto difficile da maneggiare, ma di cui i napoletani divennero subito abili maestri: nacque l’espresso napoletano.

Ma già nel 1800 iniziano ad aprire a i primi Caffè di Napoli: nel 1860 aprì il Gran Caffè (attuale Gambrinus), il più bello ed importante di tutti, detto anche “Caffè delle Sette Porte”, nel piano terra del palazzo della Foresteria in piazza San Ferdinando.

Caffè Gambrinus a Napoli.

Come si beve il caffè a Napoli

Caffè napoletano servito con sfogliatella e tazzina bianca calda.Inutile dire che per gustare il vero caffè napoletano, oltre alla miscela giusta, sono indispensabili l’acqua di Napoli e la Cuccumella. Ma ci sono anche altri motivi circa il perché a Napoli il caffè è più buono.

Per apprezzare il suo gusto, il profumo intenso e l’aspetto cremoso va bevuto “rigorosamente” in una tazzina di ceramica bianca, spessa e senza decori interni.

La tazzina deve essere sufficientemente riscaldata e senza presenza di umidità (tracce di acqua ai bordi o all’interno).

Il caffè alla napoletana è accompagnato da un bicchiere d’acqua da bere dopo aver mangiato un cornetto napoletano e comunque prima del caffè (abitualmente).

Per i napoletani non è una semplice bevanda da consumare a prima mattina, dopo pranzo o al bar in compagnia. Il caffè a Napoli è un rituale, rappresenta un vero e proprio culto. E rifiutarlo, se offerto, equivale quasi a un’offesa.

Caffettiera Napoletana o Caffè Espresso al Bar?

A Napoli il caffè napoletano è buono sempre: sia se lo si prepara con la vera caffettiera napoletana piuttosto che con la macchina espresso al bar.

L’importante è saper preparare il caffè napoletano come tradizione napoletana “comanda”!

Che tu sia di Napoli oppure no, nulla ti vieta di preparare un caffè napoletano speciale alla napoletana. Il massimo sarebbe preparare il caffè con la classica caffettiera napoletana, la cuccumella.

Ma si può gustare un buon caffè napoletano preparato a casa anche usando la moka. Alla fine la differenza la faranno la miscela di caffè napoletano e il procedimento di preparazione alla napoletana: seguendo pochi consigli tutti potranno gustare un buon caffè napoletano, forse non così buono come lo fanno a Napoli ma “quasi”…

 

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Ugo

Ciao sono Ugo, blogger per diletto con la passione per Wordpress e la creazione di Siti web/Blog. Amo Napoli e, da napoletano e partenopeo d.o.c, volevo rendere omaggio alla mia città con un Blog. Perché un Blog su Napoli? Perché ci sono nato e cresciuto, ma da molti anni non ci vivo: mi manca. Perché tutti, napoletani e non, hanno il diritto di conoscere Napoli: la sua storia, le bugie storiche, la cultura, il folklore. Perché tutti hanno il diritto di avere la possibilità di imparare ad amarla...

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