La Napoli greca: storia di Neapolis (antica Partenope)

Aggiornato con il ♥ giovedì, 21 Marzo, 2019 da Ugo

Il Monte Echia nella località di Pizzofalcone a Napoli.
Foto: Monte Echia a Pizzofalcone.

La Napoli greca ha origine nel lontano 800 a.C quando un gruppo di navigatori Rodiesi fondano il primo avamposto della città tra l’isoletta di Megaride (oggi Castel dell’Ovo) e la collina di Monte Echia (Pizzofalcone). Così nasce Parthenope in nome della sirena sconfitta da Ulisse, di cui le spoglie vengono trasportate dal mare sulle spiagge di Megaride.

Nel 530 a.C inizia il declino economico e commerciale di Parthenope, dovuto al malessere generato dalle ostilità tra Etruschi e Cumani in quell’area. La città rinasce dopo il 474 a.C quando i coloni della Magna Grecia sconfiggono gli Etruschi. I greci di Cuma ripopolano Parthenope che assume il nome di Palepolis (città vecchia).

Neapolis, la città nuova

A pochi chilometri da Palepolis nasce Neapolis (città nuova) il primo vero centro urbano, fortificato e dotato di un ampio porto.

La città nuova sorse in una zona interna e ben protetta, tra le verdeggianti colline del Vomero e di Capodimonte, scendendo poi fin giù a valle, tra il canalone di Via Foria e la discesa di via Toledo, che conduceva alla zona dell’attuale piazza Municipio.

Ricca fu la produzione di ceramica, manufatti di artigianato locale e prodotti agricoli. Questa produzione settoriale assegna alla città di Neapolis la funzione di polo commerciale intermediario tra la madrepatria, la Magna Grecia, e l’entroterra italico, territorio dei Sanniti e degli Etruschi.

Neapolis si sviluppa sulla schema dell’urbanistica degli Ateniesi: la struttura ippodamea (dall’urbanista Ippodamo di Mileto) che prevede un impianto di strade di forma ottagonale. Questo per rendere possibile la divisione del territorio in aree omogenee in base alle tipologie di attività che si svolgevano.

Il centro di Neapoli si costituiva di tre ampie strade parallele longitudinali (decumani) intersecate ad angolo retto con strade più strette (cardini).

Le mura difensive della città erano spesse, costruite con blocchi tufacei, e attorniavano la città alla quale si poteva accedere attraverso le porte situate nelle strade principali.

Un tratto delle antiche mura è oggi visibile in uno scavo a cielo aperto in Piazza Bellini; il livello, più basso di quello della strada attuale, dimostra come la città di Napoli si è sviluppata, nei secoli, per stratificazioni successive.

Per questo motivo in molte aree la città odierna sorge sui resti di quella romana, che a sua volta precedentemente edificata su quella greca.

Mura greche.
Foto: resti delle mura greche a Piazza Bellini.

Ancora oggi la città presenta la divisione urbanistica della Napoli greca: i decumani principali, definiti superior, sono le attuali via Spaienza, Pisanelli, Anticaglia, SS. Apostoli. Decumanus major che sarebbe via dei Tribunali, decumanus inferior che sarebbe via S. Biagio dei Librai.

Invece, tra i cardines principali si ricorda via Duomo. In corrispondenza dei decumani sono collocate le porte, di antico accesso alla città: porta Romana, porta Cumana, porta Nolana, porta S. Gennaro e porta S. Gaetano. Invece, l’incrocio dei decumani e dei cardini determinava le insulae, luoghi stretti chiamati vici.

L’organizzazione politica della Napoli greca era fondata su una costituzione oligarchica, probabilmente di influenza ateniese.

 

 

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