Fantasmi di Napoli: storie di leggende e misteri napoletani

Aggiornato con il ♥ mercoledì, 2 Giugno, 2021 da Ugo

Ti piacerebbe conoscere le storie dei fantasmi di Napoli raccontante dalle leggende napoletane? Evidentemente si, altrimenti non ti troveresti in questa pagina adesso, giusto?

Ma i fantasmi a Napoli esistono? Bella domanda questa!

I fantasmi a Napoli esistono così come in ogni altro posto del mondo, basta decidere di credere agli spiriti, alle entità e misteri del genere. Almeno che un bel giorno non ci si trova a incontrarne uno e sopravvivere per poterlo raccontare!

Soprattutto a Napoli, città piena di superstizioni e credenze popolari, le storie antiche di fantasmi raccontate e tramandate nel tempo sono tantissime.

Parlare di fantasmi napoletani e della città di Napoli è come “buttar giù una porta aperta”: per i napoletani (e non solo) i fantasmi di Napoli esistono e qualche volta si vedono!

Generalmente il fantasma a Napoli ha un nome che proviene dalla leggenda: ” o munaciello” oppure “bella ‘mbriana“. Si tratta di presenze misteriose che possono essere di natura benefica o dispettosa e dalle sembianze di un monaco incappucciato piuttosto che di una giovane donna.

Queste figure incarnano perfettamente le sembianze di un fantasma nell’immaginario collettivo: un’entità poco riconoscibile, vestita di un sajo da monaco o abito bianco e cappuccio a coprire il volto.

Il mito e la leggenda da sempre ammantano Napoli. La storia della città è ricca di segreti, storie di fantasmi, spiriti benevoli o spettri maligni che ancora oggi sono parte delle credenze dei cittadini.

Anche la storia della fondazione della città di Napoli ha le sue radici nell’antica leggenda della Sirena Partenope, da cui deriva l’aggettivo per identificare i napoletani “partenopei”.

Ma in questo articolo voglio parlare dei fantasmi di Napoli che sembrerebbero infestare vari luoghi della città, dal centro storico fino alla periferia.

Fantasmi di Napoli: leggende, storie, superstizioni

Napoli è una delle città esoteriche per eccezione in Italia. Quindi tra storie, miti e leggende napoletane arricchite da un “pizzico” di superstizione non è difficile trovare fantasmi di Napoli da raccontare.

Iniziamo questo “ghost tour” tra luoghi della città più infestati e temuti di Napoli.

I 3 fantasmi di San Giovanni a Teduccio di Napoli

San GioFantasmi di Napoli a San Giovanni a Teduccio.vanni a Teduccio, periferia est di Napoli, è un luogo ricco di storia, cultura e leggende esoteriche. Qui, per strada, ogni sera è possibile ascoltare rumori strani verso le 20.30.

Il primo fantasma di San Giovanni a Teduccio sarebbe quello di una donna vestita di nero che, ogni sera, getta uno zoccolo sparendo subito dopo.

Altri raccontano di aver visto il fantasma di una donna che cavalca un destriero nero e percorre le vie del quartiere per alcuni istanti.

Il terzo fantasma ha il volto pallido e sembrerebbe annuire a chiunque incroci sul suo cammino per poi sparire subito nel mistero.

Il fantasma dell’impiccato di Porta Nolana di Napoli

Fantasmi di Napoli: il fantasma dell'impiccato di palazzo di Porta Nolana.Porta Nolana, a Napoli, è una porta antica sull’omonima piazza del centro storico, in cui vi è un palazzo, prima caserma militare, oggi detto Palazzo dell’impiccato.

Leggenda narra del fantasma di un uomo spagnolo, la cui testa mozzata terrorizza gli inquilini del palazzo.

Inoltre nel palazzo si raccontano di altre attività paranormali per cui, ancora oggi, nessuno osa avvicinarsi o andarci a vivere.

Dai racconti recenti degli inquilini vicini, sembrerebbe apparire di notte una testa decapitata sulle scale. Altri addirittura raccontano di averla vista rotolare giù per i gradini, dai passanti invece è stata vista penzolare come mossa da un filo invisibile da una delle finestre.

Gran Caffè Gambrinus di Napoli: il fantasma ghiotto di torrone

Il Gran Caffè Gambrinus, storico bar nel centro di Napoli che si affaccia su Piazza del Plebiscito, è noto per il suo inimitabile caffè napoletano.

Si narra che il fantasma di una bambina vissuta agli inizi del 1900 appaia ogni novembre nei laboratori del piano interrato.

La concomitanza con il periodo non è casuale, poiché proprio ad inizio novembre al Gambrinus si prepara il torrone per le festività natalizie, dolce del quale la bambina si racconta essere molto ghiotta.

Fantasma della bambina ghiotta di torrone al caffè Gambrinus di Napoli.

Molti napoletani  che hanno assistito all’apparizione, raccontano che la bambina sospirava e rideva allegramente mentre passeggiava intorno ai tavoli dove erano conservati le tavolette di torrone.

La frutta secca è considerata, infatti, il cibo preferito dai defunti, durante le feste è tradizione lasciarla sulle tavole per far banchettare anche i cari antenati.

E, come tutti sanno, i torroni tipici napoletani sono proprio a base di frutta secca (noci, mandorle e nocciole), quindi la pietanza ideale per una defunta golosa.

Diversi sono i tour esoterici che coinvolgono la città di Napoli e che fanno tappa proprio al Gambrinus in cerca della famosa bimba golosa di torrone.

Il fantasma del cavaliere templare di Volla

A Volla si racconta di un pozzo leggendario di origine vesuviana che fu alimentato per lungo tempo dal fiume Bolla, la cui cisterna si trovava nel cortile del castello della cittadina.

Del castello di Volla, purtroppo, rimane in piedi ben poco, se non i resti delle mura perimetrali, il torrione quadrangolare e gli archi a tutto sesto.

Si narra che il castello ospitò nel 1308 ben 40 Cavalieri Templari in fuga e che nascosero furtivamente nelle viscere del pozzo bianco, tre grossi sacchi contenenti 18 piccoli forzieri colmi di oro, considerato il tesoro dei templari.

Nel 1310, i misteriosi Cavalieri prima di abbandonare Volla, murarono il tesoro nei sotterranei del castello, lasciando di guardia un solo templare alla custodia di quel grandioso bottino.

Secondo la leggenda vollese, nelle notti di luna piena accanto al pozzo bianco appare il fantasma di un Cavaliere Templare seduto sul suo cavallo che impugna la lancia e la bandiera del Tempio.

Il segno è considerato di buon auspicio per i puri e gli onesti di cuore. In quanto il nobile Cavaliere è disposto ad aiutarli, soprattuttose se stanno affrontando momenti di difficoltà.

Contrariamente rappresenta un segno infausto, di grave pericolo, se appare ai disonesti, ai malviventi e ai peccatori dall’anima nera.

Il fantasma di Piazza Bovio di Napoli

Piazza Giovanni Bovio, conosciuta anche come piazza Borsa, è una piazza di Napoli ricca di storie, miti e leggende.

Tra quelle legate a questa antica piazza all’inizio del centro storico della città è la leggenda del fantasma della donna che fugge.

Si tratta di una donna che, in preda al panico, corre per le strade e per i vicoli che confluiscono su piazza Bovio, con i capelli che le coprono il viso.

Gli abitanti dei vicoli raccontano che il fantasma apparterrebbe ad una donna del seicento, stuprata da alcuni mercenari saraceni.

Per questo motivo che l’anima continua a correre, a scappare per le strade del quartiere, tormentata ancora dalla paura di quel tragico evento accaduto secoli fa.

Il fantasma di Marina Grande di Bacoli

In Via Privata Falci, nei pressi della Marina Grande di Bacoli, città metropolitana di Napoli, si trova la Tomba di Agrippina Minore, nobildonna e imperatrice romana, madre dell’imperatore romano Nerone.

Un’antica leggenda narra che nella stagione estiva, durante le notti di luna piena, il fantasma della donna si materializza proprio sulle acque vicine alla sua antica tomba.

Fantasmi di Napoli: tomba di Agrippina minore sito archeologico.

Alcuni testimoni pare abbiano visto il suo spettro intento a pettinarsi i capelli, utilizzando l’acqua del mare come specchio, ma se qualcuno prova ad avvicinarsi lei scompare nel nulla lasciando una intensa scia di profumo.

La sposa fantasma della Basilica di Capodimonte

A Capodimonte, Napoli, vi è la leggenda del fantasma della sposa infelice, legata all’Incoronata del Buon Consiglio.

Per i napoletani è semplicemente “‘a sposa ‘e Capodimonte” una creatura infelice che compare durante le serate di Primavera sulle scale della Basilica, conosciuta anche come la Piccola San Pietro.

In alcune serate e sopratutto in Primavera è possibile vederla. La credenza spiega che si fa vedere soltanto dalle ragazze nubili, ferma ai piedi dei gradini dello scalone della Basilica, col volto coperto dal velo bianco, mosso da un misterioso vento sovrannaturale.

Come se aspettasse qualcuno, forse il suo sposo che l’accompagni all’altare pronta a dichiarare il suo «si» davanti a tutti.

In attesa del suo futuro sposo, un uomo che non giungerà mai e che lei invano aspetterà sui gradini della chiesa con il volto triste e malinconico coperto dal velo bianco.

Fantasmi a Portici (Napoli): la leggenda dei due sfortunati bambini

A Portici c’è un vecchio palazzo abbandonato sembra essere ancora abitato dai due sfortunati bambini che anni fa persero la vita.

Sarebbero gli spiriti di due bambini dispettosi, che si divertirebbero a fare scherzi e tirare pietre ai passanti. La loro storia è ben più triste.

Secondo la leggenda, i due monelli appiccarono fuoco all’intero palazzo durante uno dei loro giochi, e qui vi morirono. Si dice che si aggirino per le strade di Portici per beffeggiarsi degli ignari passanti e far loro qualche dispetto.

La barca fantasma di Napoli

La leggenda della barchetta fantasma che si racconta da secoli a Napoli narra della storia di un grande amore non corrisposto che finisce in tragedia.

La coppia, Tecla e Bruno, pur essendo uniti in matrimonio, non viveva un grande amore.

Bruno era follemente innamorato di Tecla che però manteneva un rapporto freddo e distaccato con il marito. Fedele al suo nome la giovane sposa di cui portava integro il gelido significato trattava con indifferenza Bruno.

Mentre si dimostrava più che dolce ed innamorata nei confronti del suo grande amore, Aldo, giovane dai meravigliosi lineamenti. Tra i due scoppiò da subito la scintilla del sentimento più forte quella del vero amore.

Il triangolo amoroso ebbe vita breve: i due innamorati decisero di fuggire per vivere tranquilli la loro relazione clandestina.

Di notte, una barca li avrebbe traghettati verso la libertà. Ciò che i due ignari amanti non sapevano è che a traghettarli sarebbe stata la mano assassina del marito di lei.

Bruno, folle di gelosia e accecato dalla rabbia per la scoperta del tradimento, salì sulla barca e la fece capovolgere ponendo fine alla vita dei due innamorati.

Si racconta che ancora oggi, sull’altura di Posillipo, nella notte più calda, quella barchetta, che traghettò Aldo e Tecla, si mostri solo ai cuori veramente innamorati.

La dimora del diavolo a Napoli: il convento dei Girolamini

Il convento dei Girolamini, o anche Casa dei Padri dell’Oratorio, si sviluppa adiacente alla chiesa, la cui facciata principale è di fronte al Duomo di Napoli, di via Duomo.

Il convento fu edificato a partire dal 1587, nello stesso periodo in cui furono avviati i lavori alla prima chiesa voluta dai padri Oratoriani, sul preesistente palazzo Seripando.

Perchè dimora del Diavolo?

In una cronaca anonima settecentesca conosciuta agli Oratoriani solo dopo il 1857 dal titolo”Caso successo nell’anno 1696 a 4 di Maggio nella casa dei Padri Girolamini”, giorno in cui avvennero vicende veramente strane all’interno del convento.

Carlo Maria Vulcano, nobile sorrentino e novizio Oratoriano, mentre dormiva nella sua celletta, la notte del 4 maggio 1696, fu svegliato bruscamente da un gra fracasso, e gli apparvero certe ombre, tanto orrende che scappò fuori, invocando aiuto.

Accorsero il padre Niccolò Squillante, Maestro dei Novizi ed alcuni di costoro. Parve a tutti che il Vulcano si fosse ingannato e lo persuasero a riaddormentarsi.

Da quella notte, però sino al marzo 1698, le manifestazioni spiritiche sii rinovellarono sempre, con singolare insistenza: lanci di pietre, rottura di mobili, colpi alle porte”.

I monaci decisero di allontanare momentaneamente il novizio. A questo punto l’anonimo cronista ci spiega che al giovane non bastò viaggiare sino a Sorrento e Capri per liberarsi dell’inopportuno compagno di viaggio che gli aveva confidato di essere lo stesso Diavolo dall’inferno.
Continuarono inspiegabili incendi, “piatti rotti in cocci, abati presi a calci e provole divorate”, fino all’abbandono del giovane nobile che “gettò alle ortiche  l’abito e rientrò nel bel mondo”, cosa che fece “involontariamente e solo perchè quella era lunico modo per liberarsi dalle suddette vessazioni del diavolo”.
Ancora oggi gli abitanti della zona si tramandano oralmente la storia della possessione e vi aggiungono più recenti vicende di natura demoniaca con il fantasma che si aggirerebbe nelle strade e nei vicoli.
Secondo uno studioso napoletano, infine l’origine dei fenomeni sarebbe da ricondurre ad un impropria consultazione di libri proibiti conservati nell’archivio segreto della grande biblioteca del Convento.
Il giovane si sarebbe fatto ospitare per poter accedere a pubblicazioni altrimenti inavvicinabili ed avrebbe scatenato, con involontarie invocazioni, delle forze incontrollabili.

Il fantasma del vecchietto all’ospedale Cardarelli di Napoli

L’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli è il maggior nosocomio della Campania e dell’intero Meridione, nonché il primo a livello nazionale per la cura dei grandi ustionati.

Alcuni raccontano di aver visto spesso un vecchietto seduto su una panchina o che cammina avanti e indietro davanti all’ingresso aiutato dal suo bastone intento a raccontare della sua morte.

Non è un film ma la leggenda metropolitana che si cela dietro la figura di questo fantasma di Napoli. Potrebbero essere mille le ragioni che spingano quell’uomo a non lasciare l’ospedale.

La confessione del vecchietto appare scioccante. Senza peli sulla lingua direbbe in napoletano: “Io sono ormai morto da tanto tempo ma in questo ospedale c’è mia moglie, la stanno operando ma morirà e io sono qui per portarla via con me”.

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Ugo

Ciao sono Ugo, blogger per diletto con la passione per Wordpress e la creazione di Siti web/Blog. Amo Napoli e, da napoletano e partenopeo d.o.c, volevo rendere omaggio alla mia città con un Blog. Perché un Blog su Napoli? Perché ci sono nato e cresciuto, ma da molti anni non ci vivo: mi manca. Perché tutti, napoletani e non, hanno il diritto di conoscere Napoli: la sua storia, le bugie storiche, la cultura, il folklore. Perché tutti hanno il diritto di avere la possibilità di imparare ad amarla...

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