Leggende napoletane, storie, miti e misteri di Napoli

Aggiornato con il ♥ lunedì, 7 Giugno, 2021 da Ugo

Le leggende napoletane sono tantissime e tutte da scoprire: storie di fantasmi ed entità che popolano palazzi e castelli del centro storico di Napoli. Parliamo di leggende di Napoli e misteri napoletani che, come tali, non trovano ancora spiegazione.

Hai mai sentito parlare della figura del “munaciello” o della leggenda di Partenope? Queste sono solo due delle figure leggendarie più rilevanti di Napoli e della sua antichissima storia.

Ma adesso è il momento di parlare nello specifico delle leggende popolari napoletane (o “credenze”) più comuni a Napoli ed al folklore napoletano.

Leggende napoletane: tra mito e folklore

A seguire un elenco di storie, misteri e leggende di Napoli che andremo a conoscere, per poi approfondire singolarmente:


La leggenda di Partenope sulle origini della fondazione di Napoli

La prima delle leggende napoletane, la più conosciuta, è quella sulle origini di Napoli che si rifanno al mito della sirena Partenope.

Su questa leggenda esistono versioni differenti, delle quali parlo nello specifico nell’articolo che ti ho linkato sopra. Ma vediamo brevemente il racconto della versione principale, quella più comune.

L’Odissea ci racconta che Ulisse volle ascoltare il canto delle sirene, legato all’albero della sua nave. La sirena Partenope, sconfitta per non essere riuscita ad ammaliare ed uccidere Ulisse con il suo canto, affranta andò a schiantarsi sugli scogli.

Le correnti marine portarono la sirena Partenope tra gli scogli di Megaride, dove fu trovata dai pescatori che la venerarono come una dea. Da quel momento quell’isolotto in cui furono trovate le sue spoglie mortali prese il nome di Partenope.


‘O Munaciello

'O munaciello, personaggio che fa perte delle leggende napoletane e racconti mitologici della credenza popolare partenopea.
La figura de “o munaciello”.

Figura che appartiene alle leggende popolari napoletane. Personaggio esoterico temuto dal popolo napoletano per i suoi dispetti ma amato perché a volte fa sorprese gradite che sollevano anche economicamente la situazione di una famiglia.

Si manifesta come un vecchio-bambino che indossa il saio dei trovatelli, che venivano ospitati nei conventi. Amante delle donne, leggermente vizioso, è solito palpare le ragazze belle ed in cambio di questo e/o dello spavento che il suo aspetto scheletrico procura a chi lo incontra lascia delle monete.


I “munacielli” e Napoli sotterranea: la leggenda

Anche la Napoli sotterranea è ricca di leggende e misteri. Il “munaciello” con molta probabilità, figura divertentissima delle credenze napoletane, deve le sue origini agli operai che una volta si occupavano della manutenzione delle cisterne dell’acqua.

Le leggende napoletane raccontano dell'anima dei "pozzari" che secondo credenza popolerebbero gli ambienti sotterranei di Napoli.
Napoli sotterranea.

Questi operai piccoli di stazza e minuti, i “pozzari”, si intrufolavano agevolmente nel sottosuolo attraverso i pozzi per pulire l’acqua che riforniva tutta la città i Napoli.

I “pozzari” giravano di casa in casa per accedere alla cisterna tramite il pozzo della famiglia e spesso non venivano poi pagati per i servizi di manutenzione.

Per ovviare a questa mancanza degli avidi proprietari dei pozzi, il pozzaro allungava un po’ le piccole manine e si metteva in tasca i gioielli delle donne. In realtà, il collegamento tra pozzaro e Munaciello non è che una delle tante, tantissime, versioni della leggenda.


La leggenda dei “fantasmi” di Castel Sant’Elmo

Su Castel Sant'Elmo ci sono racconti che vedono le anime dei prigionieri lasciati morire vagare negli ambienti di prigionia.
Castel Sant’Elmo.

Situato sulla collina del Vomero, Castel Sant’Elmo uno dei musei più famosi e visitati di Napoli. La leggenda narra che nei sotterranei del castello furono lasciati morire numerosi prigionieri durante la contesa del Regno di Napoli tra francesi e spagnoli.

Prigionieri lasciati morire e senza aver ricevuto una degna sepoltura. Di notte all’interno di questi sotterranei sembra sia possibile udire rumori ed urla strazianti che per alcuni non sono altro che il sibilo del vento delle prodotto delle grotte sottostanti.


La leggenda napoletana del “coccodrillo” del Maschio Angioino (Castel Nuovo)

Castel Nuovo (detto anche Maschio Angioino) è uno storico castello medievale e cela una delle più celebri leggende napoletane.

In una delle due prigioni nei sotterranei, la “fossa del miglio”, fu usata per rinchiudere prigionieri, tra i quali Tommaso Campanella.

Maschio Angioino e "leggenda del coccodrillo".
Maschio Angioino (immagine da: vesuvio.it).

Questa prigione, precedentemente adibita come deposito di grano, venne chiamata “fossa del coccodrillo” dal racconto di Benedetto Croce che sosteneva che da un buco della fossa si introducesse un coccodrillo.

Coccodrillo che leggenda narra provenisse dall’Egitto. Nel 2004 un mistero andò ad arricchire la leggenda: durante gli scavi della metropolitana di piazza municipio, fu ritrovato lo scheletro di un coccodrillo. Per i più appassionati del mito, questo ascheletro, era quello del famelico coccodrillo della prigione di Castel Nuovo.


La leggenda del “corno” nella superstizione napoletana

Il corno portafortuna. Nelle leggende napoletane è un oggetto carico di positività contro sfortuna e malocchio.
Corno portafortuna.

Il corno portafortuna (‘o curniciello) per i napoletani è l’oggetto scaramantico per eccellenza. Piccoli feticci che un tempo si credeva proteggessero dal malocchio, ora adoperati, più o meno consapevolmente, per ottenere fortuna al gioco del lotto o come talismani per avere successo negli affari.


La leggenda del marmo del Cristo Velato

La statua del Cristo Velato, tra le più famose del patrimonio artistico partenopeo, ideata da Raimondo di Sangro principe di Sansevero fu realizzata nel 1753 da Giuseppe Sanmartino.

La leggenda del marmo del Cristo Velato a Napoli.
Il Cristo Velato.

La fama di alchimista e audace sperimentatore di Raimondo di Sangro principe di Sansevero ha fatto fiorire sul suo conto numerose leggende.

Alcuni studiosi, increduli dinanzi alla trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal principe di Sansevero.


Leggende napoletane sul Vesuvio: la strega Amelia

La leggenda del Vesuvio su Amelia la strega napoletana.
Ritratto del Vesuvio.

Questa leggenda nasce dalla storica eruzione del Vesuvio del 1858. Si narra che dopo tale eruzione, gli abitanti dei paesi vesuviani iniziarono ad udire ogni notte urla strazianti di donna.

Furono organizzate delle spedizioni per capire cosa provocasse quel suono agghiacciante ma nulla fu mai trovato. Scossi da questo fenomeno inspiegabile, i cittadini si rivolsero ad una leggendaria fattucchiera che viveva non molto lontano dai loro casolari: a Vecchia ‘e Mattavona. La donna lanciò diversi incantesimi, debellando così il fenomeno paranormale.

A questa mitica figura napoletana si ispirò il disegnatore americano Carl Barks che nel 1961 diede vita ad Amelia, la strega che ammalia, celebre personaggio delle avventure di Zio Paperone.


La leggenda del Lacryma Christi

Leggenda del vino "Lacryma Christi".
Lacryma Christi: fonte sanninovini.com

Particolarmente accattivante è il racconto leggendario secondo cui Lucifero, l’angelo cacciato per le sue nefandezze dal Paradiso, rubò dispettosamente proprio un pezzo del Paradiso per generare il Golfo di Napoli.

Completato il furto, sprofondò nelle viscere dell’Inferno lasciando una voragine da cui sorse il Monte Vesuvio. Al contempo Gesù pianse poiché addolorato per il furto compiuto e, lì dove versò le sue lacrime, il suolo divenne così fertile da ospitare le prime pianti di vite vesuviana, generatrici del rinomato Lacryma Christi.


La “bella ‘mbriana”, credenza popolare napoletana

Tra le leggende napoletane più comuni e significative: la "bella 'mbriana".
Bella ‘mbriana: fonte napoli-turistica.com

La leggenda racconta di una principessa napoletana che aveva perso la ragione per un amore infelice e vagava per i vicoli come un ombra.

Il re suo padre per proteggerla la faceva seguire, ricompensando con doni anonimi, quella case in cui la poveretta, veniva accolta e rifocillata. Nacque cosi la leggenda della fortuna legata a questa misteriosa presenza femminile.

Tra le leggende napoletane, quella della “bella ‘mbriana”, tende a sparire tra le nuove generazioni, anche se molto radicata nella credenza popolare. Il noto cantante partenopeo Pino Daniele ha titolato proprio “Bella ‘Mbriana” una delle sue più popolari canzoni e da questa canzone prese il titolo un intero album pubblicato nel 1982.


Conclusioni

Ti ho introdotto le maggiori leggende napoletane, i miti e le storie sulle figure principali della credenza popolare partenope. Ci sono tante storie di fantasmi di Napoli raccontanti da leggende e credenze popolari, che tratterò all’interno di questo blog per non farvi mancare proprio nulla sulla città di Napoli.

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